E’ opinione diffusa (ad arte) che i due magistrati Falcone e
Borsellino siano andati in pezzi per arte mafiosa.
E mia opinione che l’arte mafiosa - oltre sé stessa e
occulte alleanze - rappresenti lo
“scudo morale” dietro al quale la condanna pubblica abbia deciso riparare
l’intelligenza sopraffatta dai dettagli della vita pratica. Tutto rimane immobile
dietro lo scudo: La Mafia
è il male, il che tecnicamente non fa una piega. Nondimeno con i sussurrati
cordogli “per i martiri di Mafia” troviamo il modo di ingannare nobilmente la
passione smoderata della sopravvivenza - il tirare a campare - cui risponde il
significato dell’accidia, l’ignavia, la viltà. Bruttissime coloriture di una sostanziale
immobilità limacciosa che Pasolini commenta: l’intelligenza che non avrà mai
peso, mai, nel giudizio di questa pubblica opinione.
Questo popolo (italiano) dissociato da secoli, la cui soave
saggezza gli serve a vivere, non l’ha mai liberato. Mostrare la mia faccia, la
mia magrezza, alzare la mia sola puerile voce.. non ha più senso davanti la
viltà avezza a vedere morire di morte atroce con la più strana indifferenza. Io
muoio e anche questo mi nuoce.
(Pier Paolo Pasolini)
(Pier Paolo Pasolini)
Da un articolo che analizza l’arte del signoraggio bancario,
dice un blogger dei connazionali: da oggi non si può più tollerarne
l’ignoranza.
Io esprimo l’accidia, Pasolini la viltà, il Blogger l’ignoranza, in pratica parliamo dell'analfabetismo
della coscienza: gli Italiani (non mi sottraggo) non fanno che dimostrarla
mentre assistono nella più commossa indifferenza alle prometeiche malefatte dei
“mal-viventi”.
La nostra nazione ispiratrice d’ineguagliabile produzione artistica è contemporaneamente ispiratrice di un’arte insana, degenerativa, fra
le correnti di quest’arte alla rovescia incontriamo senz’altro la M.A .F.I.A. Un acronimo cronico. Come dire,
radicato alle fondamenta del sistema Italia unita.
- L’acronimo è il nome formato dalle iniziali di altri nomi,
come la R.A .I o la S.p .A.
- Cronico significa persistente, di vecchia data.
Or sono due secoli dal 1800, la finanza britannica protetta dai cannoni inglesi, controllava il traffico mondiale della droga. I nomi di queste famiglie ed istituzioni sono noti a tutti gli studenti di storia: Matheson, Keswick, Swire, Dent, Baring e Rothschild.
Jardine Matheson, Hongkong and Shanghai Bank.
Charterer Bank
Peninsular and Orient Steam Navigation Company.
I poteri occulti dirigono un'Anonima Assassini mondiale tramite le società segrete: l'Ordine di Sion, la Mafia di Mazzini, le Triadi (che significa: "società dei tre puntini"), dette anche le "Società del Paradiso" in Cina.
Charterer Bank
Peninsular and Orient Steam Navigation Company.
I poteri occulti dirigono un'Anonima Assassini mondiale tramite le società segrete: l'Ordine di Sion, la Mafia di Mazzini, le Triadi (che significa: "società dei tre puntini"), dette anche le "Società del Paradiso" in Cina.
La parola “M.A.F.I.A.”, corrisponde all’acronimo
M = Mazzini
A = Autorizza
F = Furti
I = Incendi
A = Attentati.
A = Autorizza
F = Furti
I = Incendi
A = Attentati.
Quindi
(scusate la citazione Kantiana). Diciamo la M.a .f.i.a. (oltre la Giovane Italia ) “uno” dei simboli sepolti nei piloni di
cemento armato che si vollero a sostegno dell’Unità d’Italia.
Che il buongiorno si veda dal mattino?
Il buongiorno che manda a morte prematura i disadattati,
oggi la giovane Patria al completo, all’attivo soltanto cent’anni e spiccioli. E
il suo popolo sacrificato alla economia degli eco-eredi dei grandi riformatori
ottocenteschi, il “demònico” Mazzini uno dei quali.
Cert’altri Italiani d’80 90 100 anni si mantengono al
contrario in forma smagliante, nessuno trova il modo di sfrattarli dalla cosa
pubblica, nemmeno la vecchiaia. Forse l’acido sempreverde che li stabilizza in
giovinezza, la politica stabilizzata in “Flacone” raccolga i suoi principi
attivi nelle tali morti, in specie nella frase pronunciata dal morituro Borsellino
in uno di quei 57 giorni dell’attesa del sacrificio rituale, i giorni limitati
a sud dalla città di Capaci e a nord dalla via D’Amelio.
Mi uccideranno
quando altri lo consentiranno.
Da cui uno sciame di pensieri e di emozioni che ne delineano incisivamente l’inquietudine, sferza da anni le alte mura dei nostri silenzi interiori, e il suono del suo significato frastorna la memoria. Convoca la coscienza individuale e collettiva al bivio: farsi carico della frase o rimuoverla come di cosa superiore alle forze e tanti auguri alla vedova, alla giustizia, alla verità!
Il mondo in cui viviamo non fa che trascurare ciò che non
vuole capire, se ne libera con un colpo di telecomando, cercando le parole rassicuranti, in fondo.. inebetenti.
Orribile, lo so, ma è il participio presente di inebetire e
non trovo un verbo più efficare di inebetire. Forse rinscimunire, instupidire,
incretinire! Oscurare.
Perché, indifesi di fronte alla verità degli eventi che ci
sovrastano, ultimamente piuttosto inquietanti, preferiamo oscurarli. Gira un verbo
di nuovo conio: bannare. Il senso di eliminare perfino il ricordo di qualcuno e
le sue azioni. La cancellazione dell’essere. Una intenzione-azione propria ai
regimi totalitari. Parimenti, la mente può istruire un regime autocratico e il
rimanente della persona sottomettere, la ragione, l’intelletto, il sentimento.
E le ragioni degli altri.
E le ragioni della verità che ci vengono a trovare
quotidianamente. Lo sai, dicono, lo sai che intorno a te accade “questo e
quello”? Lo sai che stanno vendendo le vite di interi popoli alla folle
economia del signoraggio? Lo sai che vengono sacrificate ritualmente le
persone? Lo sai che la tua vita non vale più nulla? Lo sai che nell’aria
vengono sparsi metalli pesanti che mettono a repentaglio la tua salute, lo sai
che vengono nascoste sostanze radioattive nelle bellissime montagne che
coronano l’Italia, lo sai che la
Camorra oltre tenere l’edilizia, lo smaltimento dei rifiuti
con mano di piombo, si occupa del traffico degli organi? Lo sai che i
magistrati onesti che smascherano il malaffare vengono uccisi o dichirati
portatori d’alienazione mentale – segnatamente il magistrato Paolo Ferraro? Lo
sai che si praticano pericolosi vaccini sperimentali sulle donne incinta? lo
sai lo sai lo sai…
Non potendo fare nulla, banno dal mio cervello la notizia,
la cancello e non ci penso più.
Nessuno commette un errore più grande di colui che non fa niente perché può fare troppo poco.
Nessuno commette un errore più grande di colui che non fa niente perché può fare troppo poco.
Quindi è vano pianga la malapolitica, la camorra e il
malaffare, quando è il primo a praticarli! Dovremmo sbarazzarci di tutto quello
che non ci serve e ci danneggia, l’attuale sistema sociale una di queste
inutilità dannose, invece ci sbarazziamo di quello che ci serve, la coscienza del
bene e la libertà dal male, prima di tutto. Non lo facciamo perché siamo
abituati a ripeterci, tuttavia la negazione di quello che ci sarebbe utile e
benefico lascia un vuoto difficilmente colmabile. Un’amarezza composta del
dubbio l’incertezza l’insoddisfazione.
Così oltre che dei poveri stupidi diventiamo dei poveri
infelici.
E’ difficile accettare l’infelicità, ancora più difficile
quando la causa dell’infelicità, dell’insiddisfazione siamo noi in
persona, per tanto ci diamo un gran
daffare a trovare delle motivazioni spendibili per tappare quel vuoto che
abbiamo dentro e intorno.
Le motivazioni conclusive. L’azione di ricostruirci sopra,
riedificare altrettante scuse o buone ragioni sostitutive, logiche, affatto
irragionevoli che permettano di guardarsi allo specchio e vederci riflessa la
faccia della persona soddisfatta e per bene.
Si chiama la razionalizzazione: la ri-costruzione che avviene sopra la
rimozione. La parola “costruzione” presa dal vocabolario dell’edilizia suona
quasi più inquietante della frase di Borsellino, perchè allegorica dei cantieri
mafiosi. Nei quali si provvede scaricare i cadaveri dei morti ammazzati nel
cemento armato che sosterrà la casa. In Italia sono gli esseri umani a
sostenere taluni fabbricati. Ad armarli. Uno di questi edifici di cemento è la
politica…. E i morti che l’armano sono gli elettori truffati dai loro
eletti! Veramente direi gli elettori che
adorano farsi truffare dai loro eletti.
Per finire, una volta sepolta la frase del magistrato
Borsellino nel cemento armato delle buone giustificazioni possiamo tirare il
fiato e dirla morta per sempre? Non direi, quando la frase arma le motivazioni
di cemento, dentro quel cemento non degenera con facilità – nei siti privati
dell’aria il processo della metamorfosi incontra delle variabili impreviste.
Occorre un’ultima operazione, la proiezione nell’altro. Ora che ho costruito la
casa col cadavere, la vendo ad altri. Divagando.. sta più o meno in trattativa
anche la vendita del “bel paese con martiri” alla Criminal Economy..
Ritornando in tema: scaricata la casa, l’abiterà qualcuno
che non sono io. La responsabilità di vivere con un cadavere nel muro passerà
quindi a un altro e io ne avrò doppiamente guadagnato in benessere.
Paradossalmente la trattativa di vendita della casa col morto può avvenire
proprio con il morto. E’ colpa sua se si è fatto ammazzare, scaricare, bannare!
Comunque non mi riguarda. Questo atteggiamento
proietta su chi non sono io la responsabilità del senso e del significato della
frase epurata, la persona bannata, l’azione rimossa. Se il giudice Borsellino
ha pronunciato quella frase io non ne sono il responsabile, se poi hanno
ammazzato il giudice la colpa non è la mia, se nessuno ha provveduto fare
chiarezza e cercare i mandanti la colpa continua a non essere la mia. Ad altri
spetta il compito, gli altri non bene identificabili che tradiscono e
abbandonano anche me, cittadino italiano, quando vengo privato della verità dei fatti.
Mi ricordo uno strano tipo che odiava tutti gli uomini, quelli potenti perché sfruttavano i deboli, quelli deboli perché si lasciavano sfruttare ed umiliare. .
Mi ricordo uno strano tipo che odiava tutti gli uomini, quelli potenti perché sfruttavano i deboli, quelli deboli perché si lasciavano sfruttare ed umiliare. .
Mi uccideranno quando altri lo consentiranno.
Frase che viene da lontano, ma ri-evocatrice. E ciò non solo
oggettivamente, per quanto riguarda il magistrato, ma anche soggettivamente,
per quanto riguarda il popolo italiano nella cui memoria il ricordo di quella
frase-evento non può essere di nuovo bannato dalla volontà
dell’inconsapevolezza del presente. È una profezia del nuovo tempo, quella
frase. La profezia del Giudice martire: la mafia spargerà il mio sangue
innocente quando avrà ricevuto l’ordine di spargerlo. Ma chi siano questi
“altri” che hanno ordinato alla Mafia di uccidere i due magistrati Falcone e
Borsellino qualcuno di noi se lo è mai domandato? E se abbiamo trovato
risposte, in nome di quale intima perversione ci siamo risolti a votare e
rivotare coloro (chi è Dell’Utri?) che in qualche modo in queste faccende
erano vistosamente coinvolti, se non di
persona, di…fraternità? Di amicizia, di affari, torno a ripetere chi è
Dell’Utri? Come mai certa fraternità mafiosa gironzolava per i suoi uffici
della via Festa del Perdono a Milano?
Da quell’antico, bellissimo palazzo, prima dei lavori di ristrutturazione e l’avvento
di gente sul tipo dell’Utri, si dovettero sfrattare quasi con la forza gli
ultimi abitanti pluriottuagenari: una vecchietta che faceva la cartomante a
tempo perso, un falegname decrepito e un ombrellaio, se non ricordo male. A casa
loro la Mafia
non è mai entrata. Infatti sono stati sfrattati per farla entrare, insieme alle
moderne professioni dell’imprenditore, il politicante, il faccendiere, il
portaborse..
La frase di Borsellino si staglia su uno sfondo siciliano
che si mantiene intollerabilmente drammatico, l’isola divorata. Da sempre,
dalla notte dei tiranni, è una fantasia storica questa Sicilia, la cui bellezza
ferente, bella da ferire gli occhi, calda da ferire i sensi, è ancora a
distanza di millenni l’immagine solenne dell’angoscia appassionata e la
solitudine e la violenza.
La solitudine-ricerca di due magistrati, lasciati al loro
ardimento solenne, lasciati nell’abbandono in specie dalle istituzioni ch’essi
servirono lealmente, appassionatamente, quasi furiosamente. Andarono a cercare
il senno d’Italia sulla Luna, quei due fuori si testa abbandonati da questa
“populace” inebetita (me compresa) che
/òra se stringhie intòrno a quella frase/ come i figghi intòrno la reliquia du
pàtri.
Ma di chi siamo gli eredi? Dei giudici furiosi che si
battono per la causa perduta della civiltà, o di coloro alienati che ne dettano
l’esecuzione? O di entrambi, questo è il problema, to be or to be, this is the
question!
I cittadini di Roma antica che assistevano imperterriti (e
noi, non assistiamo imperterriti?), che assistevano alla morte-celebrazione dei
cristiani, di chi furono i figli e gli eredi quei cittadini, degli imperatori sanguinari, o dei martiri che con l’esempio educarono il
popolo a non sottomettersi al terreno potere criminale?
Siamo ormai gli eredi-figli della “grande menzogna mediatica”
che piange i martiri che non sono i suoi, ma di cui si appropria e canta tra lo
spot di un surgelato e lo spot di una linea cosmetica. Cibo freddo e maschera,
ovvero la televisione!
Tu sei come una lunga
Cagna, che sempre tanta
Dolcezza ha negli occhi
E ferocia nel cuore.
Tu sei come la pavida
Coniglia. Entro l’angusta
Gabbia ritta al vederti
S’alza
E verso te gli orecchi
Alti pretende e fermi…
(Umberto Saba)
Fuori della conigliera, non abbiamo paura di annunciare un
sacrificio umano la morte dei due magistrati, dell’ultimo poeta-pensatore
Pasolini, del popolo. Io che scrivo non temo guardare negli occhi gli
esecutori materiali del sacrificio collettivo, i quali occhi orecchie e palle
li hanno, a differenza dei mandanti senza il volto e senza il resto, a tenere
fede alle parole del magistrato, alle quali io presto fede. Perché io offro la
mia fede all’esempio dei forti, mai ai proclami dei santoni . Pertanto dico ai
palluti signori esecutori eredi di Mazzini &C, detti anche i Mafiosi, o i
fratelli di Cosa Nostra, voi siete gli strumenti di un potere (il mandante) che
vi sovrasta, tanto quanto noi, i conigli nella conogliera. Suonate fino che ve
lo consentono, ma viene il giorno di Fra Cristoforo nel quale la cantilena “punciuta”,
la vostra musica di piombo, viene purificata dal nuovo corso politico (è già al
lavoro). Allora, terminato il vostro compito, semplicemente cessate di
esistere. Vi viene offerta l’ultima opportunità: salire all’altare del nulla,
ad armare il cemento del nuovo dio-potere che custodisce la vecchiaia. Scendere
agli inferi, a farvi disgregare nel nulla. Quale la scelta, siete destinati
alla polvere, celeste o infernale. La nuova mistica, quella che si prevede
debba sostituire la civiltà in default, provvista dei suoi padri spirituali e i
suoi apostoli vi ha eletto tra i profeti diletti, unitamente gli amici
banchieri, i fratelli di loggia. Avete
lavorato a tre mani per annunciarla e diffonderla con proprietà e devozione, la
nuova fede, i tempi tuttavia sono maturi per l’epifania dei suoi pontefici, i
quali non siete voi. Non conosco l’intimo credo del
giudice Borsellino, mi spiego meglio,
non lo conosco credente o non credente, lo so fumatore come me, vorrei dirmi
onesta come lui, ma non reggo il paragone, nondimeno sento dentro di me che egli era uno spirito
cristiano come me, e come tale mi sono permessa di annunciare la sua, una morte
in odium fidei. Perseguitato e ucciso in ragione della sua fede. Così
appassionatamente laica da invocare il soprannaturale, tale quale la fede laica
di Pasolini, l’ateo più cristiano che abbia conosciuto. Egli stesso martire. In
Italia, oltre gli esami, anche i martìri non finiscono mai.
Nemmeno gli attori della cosa pubblica che non sanno porre
un freno allo scempio della patria, i quali non si schiodano dai loro schemi per
nessuna forza al mondo. Inabili a un vago moto della coscienza di cui so capace
perfino il peggiore degli uomini!
Vogliamo pensarli degni dei loro elettori?
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