(Salvador Dali - paesaggio deserto)
Il ratto del sogno
Dialogo sulle altezze contemporanee: velocità e corruzione.
RiformaMentis. C'è un momento della Tragedia Greca in cui l'eroe si accorge di non sapere nulla
Bernard de Mandeville: È cosí che si scopre vantaggioso il vizio, quando la giustizia lo epura, eliminandone l’eccesso e la feccia. Anzi, il vizio è tanto necessario in uno stato fiorente quanto la fame è necessaria per obbligarci a mangiare. È impossibile che la virtú da sola renda mai una nazione celebre e gloriosa. Per far rivivere la felice età dell’oro, bisogna assolutamente, oltre all’onestà, riprendere la ghianda che serviva di nutrimento ai nostri progenitori. (Dalla Favola della Api, vizi privati e pubbliche virtù. Anno 1705)
Isabella Consoli. Diffido di quei tecnici della morale che
prescrivono la sterilizzazione dell’uomo. Sono istruiti per essere ignoranti,
irragionevoli oltre che tristi, avete mai visto un tecnico di buon umore? Qualunque
lusinga elaborino dai loro seggi, la raccolgo brinata di grigiore. I depuratori,
in incosciente aumento di consenso popolare, mi domando non escano in frotta e
in fretta da qualche sopravvissuta società giansenista
A disonore dell’igienica mentalità riformatrice, ribatto loro,
insieme a de Mandeville, che la corruzione di una comunità non si posiziona al
predicato dei suoi vizi affascinanti, i quali sono propri alla materia umana.
Segnatamente per non corromperla.
L’ansia della perfezione dispone la persona a una tensione che non le
appartiene, l’uomo non è dio, non si fabbrica da solo. La fallibilità viene a
rimettergli in capo che tutt’al più si riforma in virtù dei suoi errori.
La corruzione potrebbe allora consistere nell’inclinare le masse
all’astrazione tecnica, illuderle di un “sistema perfetto”in cammino sulla
linea dell’orizzonte, dove la terra e il cielo si congiungono in un abbraccio
all’infinito. Immemori che il tale abbraccio è confermazione del legame tra la
virtù e il desiderio.
Gaspard Koening: come spiegare che la corruzione figura accanto a tanti meriti? E’ una semplice coincidenza o esiste una relazione?
IC. La Democrazia ,
finora non si conosce sistema più accessibile all’amicizia fra il vizio e la
virtù, la democrazia tollerante è amabile perché la custode della libera
iniziativa di esprimerli. Più che del reale, la guardiana del realismo. Impossibile
purificare l’uomo. Il quale si ciba e si libera delle scorie.
L’interruzione del ciclo biologico diventando
un problema per la salute singolare e collettiva. Di un romanzo mi colpì il
commento di una donna ebrea a un ufficiale delle SS che la faceva edotta della
sua natura inferiore, quando troverò un uomo che non utilizzi il bagno due volte
al giorno lo riconoscerò superiore.
Le società tecniche in generale, o le predicative del soggetto-oggetto,
rappresentano l’eccellenza e l’eccedenza della morale sulla natura, il
Nazionalsocialsimo il Comunismo il Globalismo eminenze particolari del processo
di epurazione o purificazione, sarei propensa paragonarle ai bagni chimici. Le
tali società bigotte ovviamente intolleranti della libera relazione
vizio-virtù, presiedono all’arresto e alla condanna del ciclo biologico naturale-
riempimento svuotamento. Per tanto daffare è lecito pensare: non sono guidate
da uomini, ma da “entità” che con l’umanità hanno poco da spartire. Agli dei è
vietato defecare.
Se l’invidia degli dei (ai quali è anche vietato desiderare)
consiste nell’invidiare all’uomo il “desiderio di quell’oscuro oggetto del
desiderio”, l’azione dell’invidia divina non consiste nell’espropriare l’uomo
dell’oggetto del desiderio, ma espropriarlo del desiderio dell’oggetto. Ciò
vale appiattire, tecnicizzare il desiderio-uomo e suoi inarrestabili progetti.
In altra parola: strappare il sogno alla vita.
Gli dei che non desiderando non possono conoscere il sogno - gli
dei non dormono mai - questi dei sviluppano soltanto il “sogno-non sogno” di
rubare il sogno all’uomo, quella cosa che si posiziona nel mezzo tra la virtù e
il suo rovescio. L’assenza del quale rende prevedibile qualunque azione e prevedibile
qualunque reazione umana. E sappiamo non esiste in vita di più prevedibile
della morte. Penso sia noto a tutti
l’esperimento del topolino artificialmente privato del sogno, che semplicemente
morì.
Il sonno ristora le membra, il sogno ristora la ragione, per
conseguenza il sonno reinventa le forze, il sogno l’invenzione. Togliamoli alla
vita e avremo un cimitero.
Il vero agente della
corruzione di una società è dunque il ratto del sogno, l’assenza del quale
predica la fine del fattore più seducente del vivere, l’imprevedibilità. O
l’invenzione. Detto all’inverso: la prevedibilità annuncia con perfezione
l’assassinio dell’invenzione umana e la fine di un sociale composto di uomini
vivi, gli uomini che per svegliarsi tutti le mattine del tempo devono dormire e
sognare tutte le notti. E non sanno che cosa accadrà loro domani, che cosa
faranno accadere, che cosa gli altri sapranno combinare. Due volte l’Italia ha
perduto la democrazia, il primo ventennio quando non ero viva, il secondo
ventennio quando lo ero, tuttavia del suo lungo corso (vent’anni non sono
pochi) porto con me la composizione di un sapore, un colore, una oppressione:
lo spleen. Una parola che nasce dalla noia e termina nella malinconia.
Quotidiana. Nulla di imprevedibile il ventennio ha saputo “fare accadere”
(nemmeno la sua fine), non l’accidente di un solista, una invenzione, una
ricerca, non una cadenza stridente nella barcarola dei proclami o le storielle
del primo ingessato, tediosamente scontati e intercambiabili fra loro,
scrutando verso l’alto a casa dei padroni o verso il basso, a casa dei coglioni, era un’avvicendarsi
di cloni. Indistinguibili, parole,
celebrazioni, fatti, fattacci, episodi invenzioni, “azioni reazioni” perfino
satiriche. Potrei etichettare col termine Convenzionale, ma scelgo Prevedibile. Non
precisamente un sinonimo di convenzionale. Ma ancora più prevedibile
del ventennio è il dopo ventennio! La ri-caduta per opera di un dio minore dalle
acque agitate del nulla, la sua proposta nel reale, la messa in serie del Tristo
prevedibile. In pensione della sorpresa. Che una volta, una sola, la presa a pubblici
calci e male parole d’un camorrista, un tagliar di netto gli stipendi ai
parlamentari, in luogo del taglio a vivo del popolo lavoratore, come sempre
come sempre come sempre, riavviasse il
ritmo cardiaco della nazione insonnolita nella bonaccia “comesemprecomesempre”.
E una fiamma di speranza in petto, la “speranza” pur sempre al predicato
dell’imprevedibile!
E all’estero, forse che la new socity Ellenica “commissariata” possa
ancora dirsi un paese capace di elaborare l’imprevedibile, vale a dire
sviluppare in autonomia dei sogni-soluzioni vincenti, a favore di sè?
La Grecia
ha perduto il diritto al sogno, al desiderio,all’elaborazione autonoma di
teorie economico sociali vincenti o perdenti, ha perduto il diritto a una
moneta autonoma adatta alle “proprie” esigenze socio-economiche, altrettanti
sogni-desideri che si chiamano il diritto di vivere o di non vivere come piace
a me e non a te, Troika prefabbricata, come tale prevedibile in tutto e per
tutto ciò che farai, non farai, in specie farai o non farai fare!
Curioso o simbolico, che la società del sogno-libertà, la Grecia della Tragedia, tra
le società europee destinate all’esaurimento energetico, sia la prima caduta nella trappola dell’asettica setta? La seconda non può che essere la
società Cristiana, l’erede primogenita della cultura Greca. Dopo Atene
primogenita, cada Roma secondogenita, così avvenne, così ritorna ad avvenire.
Non già l’assenza del vizio, ma la vittoria del perevedibile
conferma la morte dell’uomo, la rimessa in
previsione della vita è pregevole compito della morte. Il movente
inquietante a tergo dell’assassinio dell’uomo è dunque la repressione della
“libera” associazione tra il vizio e la virtù in favore di una loro relazione
“coatta”. La messa in società matri-patrimoniale, o la messa a “sistema
famiglia del malaffare”. Questa è la corruzione assassina della società degli
uomini liberi.
E’ dunque lecito affermare che la corruzione di un popolo avanza
quando disavanza il fascino discreto dell’imprevedibilità. Sostituendo il
prevedibile all’imprevedivile la società
acquista via più la staticità della macchina in accellerazione alla sua autodistruzione.
RM. Per tirare le somme, siamo alla corruzione “messa a sistema della
corruzione”. L’accellerazione dell’unione “forzata” del vizio con la virtù.
IC. Tecnicamente parlando. Quando vedrò cacciato dal Tempio a calci
e frustate un camorrista un mafioso un massone un politico un pedofilo un ignorantissimo
anchorman di regime potrò incontrare il dubbio, fino allora no.
In Italia, come anche in Grecia, come in Portogallo come in
Ispagna, come dovunque la meridionale democrazia appassionata artista dell’imprevedibile,
per disattivarla si ritenne approntare le condizioni favorevoli. Come di
consueto il partèrre più producente è l’impoverimento delle masse. (I tecnici
non hanno un brandello di fantasia, un briciolo, una mollichina di
imprevedibile.. magari amare il popolo
un minuto del loro tempo occupato?)
Invece il partèrre propizio alla “sistemazione e
l’accellerazione”assunse in Italia il sembiante della Seconda Repubblica,
l’erede di mani pulite, lo slogan inquietante.
Dobbiamo riconoscere gli Italiani (fino agli anni 90) ancora capaci
del paradosso, ancora originali, artisti della burla.
Utilizzare la lotta alla corruzione per "normalizzare" la
corruzione di una nazione è un autentico colpo di genio. Da mettere nei libri
di scuola sotto il titolo: come gli Italiani sanno prendere per i fondi neri e
ci si prendono da soli. Del resto gli italiani che mandano in
pre-pensionamento il padre della patria
Garibaldi, possono mandarci anche il secondo padre Craxi, il secondo apostolo
dell’unione. Matri-patrimoniale del vizio e la virtù.
Come dice S. Paolo il secondo apostolo, ma civis romanus, lascia Signore che il tuo servo vada in pace,
ho combattuto la buona battaglia, altrettanto dicono gli apostoli dell’unione. Ma Paolo muore ammazzato, Craxi e Garibaldi vanno al mare!
Se la
Seconda Repubblica è burlona dalla nascita, è burlona in
vita, in ossequio alla proprietà riflessiva. Può accettar la nomina della “repubblica
delle banane” dal triplice bollino: logge cosche banche.
Il sistema tecnico della corruzione.
Favorito, guidato, anzi anticipato dall’autoritarismo mediatico..
cui i “cavi” tecnicamente raccolti nelle mani avide - di chi inutile ribadire - l’abbiamo sopportato allo sfinimento del prevedibile. Ricordiamolo come il
portatore della Tessera P2 numero 1816, singolare per il rapporto inverso con
la serie di Fibonacci. Il quale matematico di genio fissa nel 1,618 il numero
aureo, o la proporzione perfetta corrente tra una cifra e l’altra, un suono e
l’altro in un dato sistema. L’inversione
di una proporzione non potendo che predicare una sproporzione… in effetti la
tessera P2 1816 altro non ha confessato che lo Sproposito..lo sproporzionato!
Per tirare le somme, il vero
disfacimento dell’Italia viene messo “a sistema” dall’Italia della Repubblica
“secondogenita”
Il secondogenito è la figura simbolica del pre-scelto da Dio, Abele
nacque dopo Caino, Giacobbe dopo Esaù, Isacco dopo Ismaele, Cristo dopo Adamo. La Borghesia dopo
l’Aristocrazia. Insomma la lettera B la chiamata da Dio…. o la repubblica di B,
di serie B o della Banana Bandana Bottana Baccanale Baccano, dei Bruni dei
Biondi dei Bocchini, della Banalità, della Borghesia della Barba, o come
vogliamo Bi-richiamarla con tutte le B della noia. Una sola voce non
apppartenendole: la nobiltà.
Due Stati viventi in un solo organismo, l’Italia, dove l’uno ormai
non possa vivere senza l’altro, come accade a chi viva con il verme solitario
nello stomaco. Deve continuare a mangiare, ma non per sé, per due. Fino che non lo defeca! Da dove si entra si esce. Gli apparati della
nutrizione e smaltimento.
La consapevolezza ci raggiunge in specie dalla vicenda, o meglio la
gestione della vicenda Alta Velocità, simbolica dell’accellerazione alla
negazione di una logica collettiva in favore di una logica privata. I si, i no, i
ma, i forse, i non si fa, i si fa.. sol la si do.. denunciano la gamma dell’esaurimento
energetico di un sistema, la corruzione di una democrazia non il malanno di
un organo sociale dovuto al caso, ma il sintomo di un morbo letale, dovuto a
un piano. Non a caso diagnosticato il giorno dopo l’esecuzione capitale della
civiltà, quando già avvenuta la decapitazione della prima repubblica. Diciamola
decollata a onorare il doppio principio d’aver perduto la testa ed essersi
involata in luoghi ad essa più propizi. In un paese civile che agisca secondo
realismo la corruzione viene dignosticata con largo anticipo, in una paese
incivile che rincorre l’illusione dell’astrazione, la dignosi avviene the day
after. Quando è troppo tardi e la realtà della fine ti raggiunge quando sei in
fin di vita.
L’Italia non è più un paese civile, per civili, perché non più fondata sugli
uomini, ma sulla logica della macchina da corruzione! Sempre che lo sia stata un paese civile l’Italia,
a partire dalle guerre d’indipendenza, qualche oretta del suo tempo.
RiformaMentis. L’Italia è stata un paese civile, tuttora custode
della civiltà, ma secondo la buona iniziativa privata. Pubblicamente privata
dell’onore, quanto privatamente voltata, inclinata ancora e sempre verso una
economia artistica dell’esistenza. L’economia dell’imprevedibile, sapere fare
di una piccola città Italiana una docente del benessere, dell’energia
sostenibile, dell’architettura ecologica riscaldata e illuminata dal più vasto
complesso fotovoltaico d’Europa, pagato dalla comunità, senza lo spreco d’un
centesimo. E il complesso con pali di sostegno nella terra alla maniera
di un tempo, nient'affatto cementificandola. Per custodire l’ambiente, non offendere
la natura, non abbandonare al futuro le scorie del presente. Questa è la
civiltà. E in Italia si fa, ma in forma privata.
Infine possiamo dire l’Italia divisa per triade a onore del sistema
generatore: la triade del pubblico interesse e di due interessi privati - uno
bianco, imprevedibile e fattivo - uno nero, prevedibile e passivo.
IC. Il valore "aggiunto" che io, singolo, rappresento nel contesto di un
sistema chiuso, quando imperativamente non mi accollo la responsabilità del
lampante predicato: l’Italia pubblica non è un sistema civile, annuncio un valore sottratto.
L’Italia delle istituzioni è un paese per vecchi. Una seconda
osservazione interessante. Perduta la sapienza della storia l’immagine
speculare mostra segnatamente i
“sintomi” della sclerosi. L’Italia è un paese per vecchi: non convoca
l’abbandono delle terre e del ben fare, pretende la “presa della distanza”
dalla massificazione del pensiero. È imperativo prendere le distanze dal sistema
Istituzionale, intartarito nel grottesco tecnico.
Alessandro Manzoni: Ma chi / non aveva mai spinto/ al di là di quelli/ neppure un desiderio fuggitivo/ chi / aveva composti in essi / tutti i disegni dell'avvenire / e n'è sbalzato lontano / da una forza perversa! /
RM. La forza perversa che ammala la giovinezza dell’essere.
Isabella Consoli
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