martedì 3 aprile 2012

IL RATTO DELLA FELICITA' (parte seconda)

ovvero: 000, LICENZA DI UCCIDERE

Isabella Consoli

                                      Bologna, un uomo si dà fuoco davanti all'agenzia delle entrate

In Italia nessuno si prende la cura di annunciare il “vergognoso dominio dell’immoralità”.  Non attinta al superamento della cultura cattolica, ma al rinnegamento di duemila anni di storia, di cultura di civiltà.  Chiusa (ingloriosamente) l’epoca bisecolare delle ideologie, la progressione verso il futuro, oltre l’aggressione del futuro, ha fortificato la regressione al paganesimo, l’immoralità collettiva offrendo risposta al moto ingannevole.
  Al Dio-uomo cristiano, pietra di scandalo, è da ricondurre tutta la controversia umana.
Il collettivo rinnegamento lungi dall’accogliere l’ateismo, lo nega quanto la fede. Confermando puramente l’eccitamento della presunzione. Di sostituirsi a Dio nel governo del sé e d'altri.

  Il non credente, peccatore per eccesso di sicurezza, si individua pur sempre un limitato, un uomo tra gli uomini, pertanto si conosce al di sotto delle leggi. Questo atteggiamento lo mantiene un credente nei principi fondamentali della civiltà, ch'egli onora onorandovisi, nel rispetto degli uomini, gli animali, la creazione.
Lo gnostico, l'arrogante epistemico, o il peccatore per eccesso di conoscenza, non lo può fare.

  Il black out morale (e cerebrale) degli arroganti dipende strettamente dalla condivisione con gli elettori della presunzione di conoscerci quello che effettivamente non siamo - dei senza limiti, sciolti dalle leggi - quanto basta per mandare nei guai la civiltà degli uomini, segnatamente i postulati fondamentali, la pietà l’equità, la giustizia la coerenza.  E' l'atteggiamento caotico sfrenato e presuntuoso del bambino abbandonato all'improvviso dall'autorità genitoriale che per eccesso di due contrari - la libertà e l'insicurezza - tende a impossessarsi dei divieti e distruggerli per prenderne il posto, secondo la logica sadomasochistica di fare a pezzi le cose proibite, ingozzarsi alla nausea del cibo-divertimento (gelati caramelle cioccolato) fino allora concesso a piccole dosi (la calibrazione), imbrattarsi quanto possibile.

  Parimenti gli eletti e loro amici-dipendenti, sfogano sopra il misero e indifeso corpo collettivo (la nazione) che hanno nelle mani, l’astio di un antico e inconfessato paragone-contesa con la divinità, questo li esalta.  Gli elettori, da parte loro esaltati e sedotti da questi superiori (all'estremo e allo stremo) della morale comune - non si spiega altrimenti la parabola-fascinazione di Berlusconi- seguitando a favorire-eleggere-ammirare invidiare degli emeriti sciocchi arroganti ignoranti immorali criminali impuniti, scandalo dopo scandalo.
Nessuno è al sicuro in Estremistan! (Nicholas Taleb) principalmente perché solo la legge dell'errore riduce l'errore della legge.
  La seconda ragione: alla base l'arroganza epistemica della massa (la rottura dei limiti della conoscenza generatrice del caotico paradosso: insicurezza-via di potenza, conoscenza-ignoranza), in alto la pubblica arroganza degli eletti di confermarsi al di sopra degli uomini e le loro leggi, al di sopra dei reati, dei processi, della giustizia, della morale.  Gli uomini invidiano-ammirano gli dei di cui hanno bisogno, gli dei invidiano gli uomini e ne hanno bisogno. La diade elettori-eletti pertanto si rivela legata da una stretta  complicità.  Fino agli anni 80, complici degli uomini furono le ideologie, preso il posto di Dio da almeno due secoli: allo sfacelo catartico degli ideali  l’uomo li sostituì con l'uomo. Nasceva l’ego-crazia. Neologismo della Teocrazia.
Se evidente il perché gli dei hanno bisogno degli uomini – esercitare un potere altrimenti inutile - altrettanto evidente l’inverso, esercitare il vittimismo e ascrivere allo spietato potere divino tutti i peccati, gli errori inconfessabili propri alla condizione umana. Se io soffro è  colpa di Dio, se sono abbandonato è colpa di Dio, se pecco è colpa di Dio. Riassuno nel terribile grido sotto la Croce, se sei Dio salva te stesso! E salvaci dalla nostra paurosa e impaurita crudeltà.
  Quando l’uomo è la giustificazione di Dio, Dio è la giustificazione dell’uomo.
A Dio sostituendo la politica il risultato non cambia.
  L’uomo giustifica la politica come la politica giustifica l’uomo.  L’ironia evidente, solo a un certo punto gli elettori prendono a  impersonare le vittime di chi eleggono per la seconda terza quarta legislatura, dall’orgia indecente della fallacia pre-elettorale è imperativo ravvedersi solo a elezioni avvenute. Allora che le masse vanno in corto circuito, segnatamente per giustificare e ricusare la vergognosa  complicità a tanto scandalo.  Pratico comodo indolore correre le giustificazioni sul materasso del vittimismo, è scomodo ma non prevede la fatica di cercare soluzioni alternative.  A legislazione in corso il popolo tradisce i Giove Tonanti traditori della parola pre-elettorale, si innamora d’altri Tonanti contro il governo in odore di putrescina e cadaverina, i due gas della corruzione, ci fa anche l’amore sul materasso della vittima, ma non fa il progetto. La scusa macroscopica: non sapere guardare a diversi scenari, a persone nuove, trovarsi nel cul de sac del fermo immagine. Immemori che la democrazia si dica creata “anche” per rovesciare chi rovescia un paese nella vergogna. Una volta ancora la massa se ne lava le mani e affida al Cireneo di turno il compito, sì giustificare la naturale inclinazione alla sceneggiata. Affidare a Monti l’immagine di una Italia sobria e composta è probabilmente il colpo di genio della stupidità organizzata, come il manichino dell’asettica sobrietà possa cancellare la rovente vergogna di un paese sul ciglio del baratro morale! Al completo.   Un paese  stretto a coniare il neologismo “femminicidio” - ogni tre giorni l’Italia si sbarazza di una donna - nella piena, grossa, grassa indifferenza della Giustizia, nonché l’inettitudine degli organi inquierenti. E di quelli giudiziari.. se nemmeno la sentenza di colpevolezza sa andare a buon fine, data la praticaccia  della prescrizione. Così il nostro Travaglio possa partorire la battuta: “Negli altri paesi sparisce il politico che commette reati, in Italia sparisce il reato”. Oltre che le donne!
  Giullari e piagnoni, da sempre, a partire dalla sacra rappresentazione, il dramma liturgico, le pubbliche flagellazioni, l’Italiano è il guitto servitore di due umori contrari, il pianto e il riso, nel mezzo il buon senso, al di sotto il coraggio persi sulla via del corto! E’ noto, in fatto d’immoralità, Italian do it better. Se vi siete persi l’ultima storiella che gira negli Stati Uniti – gli dei invidiosi del Made in Italy -  ve la ricordo: cosa fa l’Italiano medio dopo pranzo?  Telefona all’amante e la icontra. Alle quattro telefona alla Escort e ci trascorre un’oretta. Alle 5 beve il caffè, telefona all'amante della Escort, fa le contro-cosacce e termina con un buon prosecco Valdobbiadene tartine e vol-au-vent. Infine ristorante e.. formaggio, formaggio, formaggio.
Scioccante venga all’indomani la caduta di Berlusconi, quando Monti, fa il vulavà indossando completi scuri e parlando di finanza sacrificatrice in modo noioso!  Chi crediamo di prendere in giro? L’Italia ridotta il covo di fornicatori e mangioni era magistralmente interpretata dal gaudente  Berlusconi, l’icona regina e coerente alla gaia degradazione di massa.

Dario Fo: Una elegante serata a casa del Drago. Da Lazzi, Sberleffi, Dipinti in mostra a Milano, Palazzo Reale. 


  Già mi par di udire il coro degli scandalizzati, come si permette questa scribacchina di bollarci degli immorali-moralisti. Ricordo a “noi” signori che in nome del moralismo succedono empietà, soprusi, disegni miserabili, perfidie, ipocrisie. Ricordo l’Italia è un luogo dove sembra assente ogni sentimento di vergogna, l’Italia in rovina, rovina sulle nostre teste coronate dello spinoso vittimismo ipocrita, l’Italia dove al fianco d’empi che commettono empietà, chi non si macchia di crimini stupri e ruberie osserva la giustizia con tale aridità di cuore e di intelletto da diventare più nefasto degli empi.  Non è un caso che gli intellettuali onesti – in testa il premio Nobel Dario Fo -  che parlano del genocidio morale intellettuale e fattuale della cività - uno dopo l’altro si allontanino dall'Italia, quelli che abbiano il coraggio di rimanervi se ne stiano ignorati dai più.

  Sbarazzarsi dei difensori del libero pensiero (i pensatori non masterizzati) non scrive l’ultimo colpo di scena della sceneggiatura: il genocidio, la soluzione finale. Sia pure insinuare l’inutilità degli intellettuali liberi, istigarne la derisione, il non ascolto, la non lettura, il non porsi il questito dell’esodo (materiale o morale) dei loro cervelli (i primi esodati dalla cosa pubblica dalla stampa dai media sono i pensatori onesti) componga una password per aprire indisturbati il capitolo della soluzione finale! Cui il penultimo paragrafo cifra: lasciate i popoli indifesi di fronte all’imprevisto. Previsto dai pensatori onesti, ma chi cura le previsioni oneste?  Qualche fantasioso, qualche coraggioso, qualche spirito libero. Qualche qualche.. sono pure in crescita  i “qualche”, ma chi sono migliaia di volo - io voglio - di fronte ai milioni di nolo-non voglio? Malo - preferisco…la riposante accidia. Sapientemente inoculata da vent’anni di leadership ego-mediatica, di corruzione, di mala giustizia. Il nolo soddisfattivo dell’istinto, ma d’istinto in istinto, di attimo in attimo si compongono gli anni,  di anno in anno siamo giunti alle fasi concusive del progetto. Mentre in televisione si danza a Ballando con le Stelle, la soluzione (tecnica) finale sta ormai un passo avanti l’oggi.


Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur. 

Mentre a Roma si discute (oggi si balla)  la nuova Sagunto Italia-Europa viene espugnata.
  “Signori tecno-coreografi beceri imbecilli corrotti asserviti alloggiati, vi ordiniamo di condurre le vostre pecore sull’orlo del baratro economico. Laciatevele e lasciateci godere dello spettacolo di chi saprà danzare in equilibrio e chi precipiterà”

Con il titolo di Signoraggio economico noi, che tendiamo al volo, indichiamo la squadra della morte con licenza di uccidere, prelevata dai Sancta Sanctorum della finanza, organizzata pagata (milioni di dollari) per organizzare la soluzione finale, la soluzione eugenetica che prevede il genocidio economico, legale, morale del popolo europeo, segnatamente il meridione d’Europa: Grecia, Spagna, Portogallo Italia, i paesi ancora vagamente cattolici!  I forti si salveranno i deboli periranno, ma di quai forti di quali deboli parlano costoro? Affatto dei ricchi e dei poveri; dei poveri e stupidi.  Coloro che posseggono, in senso economico, sono astutamente approdati al sicuro, vi stanno alloggiati per ragioni di corruzione, di famiglia, di fratellanza, di politica, insomma si sono venduti l’anima (certo non i beni) per entrare di prepotenza nel mercato multilivello degli intoccabili!  Per acquistare la tua anima, vai, vendi tutto ciò che hai e seguimi.. Recitando al rovescio: per vendere la tua anima, resta (nun te schiodà) ruba tutto ciò che puoi, corrompi, intasca le mazzette-royalty e aspettami.
  I deboli sono le persone vere, la gente onesta, la gente ancora onesta. Che nonostante le mille difficoltà esistenziali morali legali psicologiche economiche (artificialmente create per uccidere) tenta di sopravvivere. Ma a quale prezzo?  Il prezzo della forza, l’astuzia, il compromesso il degrado.  È di pochi giorni la battuta di una signora: per lavorare non ho rinnovato l’iscrizione alla Fiom! Si chiama compromesso, una voce contemplata nella selezione del personale del venturo Ordine geo-politico. Il servo deve assimilarsi al padrone.  Coloro che non sopravviveranno, stimati gli inutili della terra di cui liberarsi senza una remora.          Accadde nei Gulag nazional comunisti, nei Lager nazionalsocialisti sadicamente intitolati Arbeit macht frei- il lavoro rende liberi.  In quei pozzi neri del disonore, i più forti utilizzati per lavorare come bovi, i deboli stilizzati in materia gassosa, o portalampade, sapone, stivali, portafogli, e altra oggettistica. Dimenticavo, il primo che acese la candela da un paralume di pelle umana (la pregiatissima pelle bretone-vandeana) fu il delicato giacobino Saint Just, l’amichetto di Robespierre..
   Libertà Uguaglianza Fraternità (massonica)  il primo esperimento di eugenetica su scala industriale.

Passiamo ai nostri fatti Italiani: in aumento coloro che partecipano (involontariamente) alla soluzione finale auto-eliminandosi mediante il suicidio. E' di ieri la notizia del suicidio di un'anziana vittima dell'ennesimo "taglio al sangue montiano" Mi domando come abbiano dormito stanotte i signori dei flagelli, io ho faticato a prendere sonno!
Cadiamo in massa nella “tentazione della disperazione” (la più raffinata - oltre il corpo dannando l'anima), tentazione predisposta sapientemente dai governanti al soldo degli squadroni della morte o il Signoraggio bancario. Che prevede condurre al culmine della disperazione (artificialmente indotta da un debito inesistente) quanti più uomini e donne possibili, una disperazione economica che  tracima nella psiche e nello spirito della persona, sottoposta a una pressione così insopportabile da causare lo smarrimento della ragione, segnatamente la ragione di vivere. Eleggere il suicidio come la soluzione finale ai problemi insormontabili del vivere (alcunde persone si sono date fuoco) è tuttavia prodursi nell’atto più stupido inutile e criminale che uomo ragionevole possa compiere. L’atto dell’immolazione al “Malo” non è forse un atto di autelesionismo spirituale prima ancora che fisico?! Se la morte la soluzione finale, perché non coglierla nella difesa della vita in luogo dell’offesa! Morire con l'onore, la verità, la sfida (e la sfiga) negli occhi è miglior soluzione che morire nell’oscurità della disperazione. Oltre la vita, la carne il sangue, offrire l’onore alla stupidità umana, stimo migliore partito sopprimere la stupidità.
 Come si fa a sopprimere la stupidità? Accellerandone il moto, spingendola a sua volta verso il baratro, sollevandoci in massa al di sopra della legge, mediante la “rinuncia”. Non pagando le bollette, stando al buio, al freddo, in silenzio, senza lavorare, senza entrare in un supermercato in una macchina in una banca in un negozio per una trentina di giorni! Comodo riposante, divertente.

Ma "Essi" sanno che non accade, da sommi studiosi, conoscitori-manipolatori della psiche umana, ormai abili a prevedere e controllare le reazioni collettive con un margine di errore pari “quasi” allo zero. Il mondo in cui viviamo “oggi” non fa che confermarli, almeno nella direzione dello psico-controllo di massa “anche” favorito dall’esplosione tecnologica. Più che mai favorito dall'esperienza e dalla ripetizione.  Infatti per arrivare a conoscere quanto possibile la capacità reattiva di massa, si dovettero organizzare delle storiche prove generali. Affidate all’uomo del Nazional Socialismo, alla perla del Comunismo.  Utilizzati come la seconda prova generale di genocidio su scala industriale, dopo la Revolution.
   Ero bambina, in casa si parlava della Shoah un giorno sì un altro pure, i Francesi non avendo  saputo digerire l’invasione tedesca lungo due generazioni..in specie non avendo saputo digerire il loro peccato: mentre i Tedeschi organizzavano la guerra a Parigi si ballava il Charleston!  Bene, un giorno rivolsi al nonno una domanda: perché gli Ebrei non si sono ribellati, perché non si sono organizzati per difendere le loro vite, perché non hanno scelto di morire da eroi piuttosto che fare la fine del topo? Mio nonno rispose: perché non volevano crederci! Non vollero crederci fino a che fu troppo tardi per credere e reagire! Parimenti,  le ricche popolazioni della Ucraina avrebbero mai potuto credere che un certo Stalin le avrebbe ridotte a cibarsi dei loro propri figli? L’astuzia della stupidità, la somma astuzia del male: non essere visibile, non essere riconoscibile, non essere credibile. Mostrarsi alla fine del prologo, quando tolta la maschera possa ruggire la sua interpretazione a viso scoperto. Noi stessi iperteconologici abitanti del secondo millennio motteggiamo di catastrofisti, di complottisti coloro profeti della sciagura.
Noi, che diciamo di conoscere la storia, ci siamo mai domandati chi fosse, da dove venisse la maschera di morte chiamata  Hitler?
Chi era sotto  la maschera? 
Nessuno.
Parimenti Stalin, Hitler era una nullità, un infimo della terra.
   In due parole, un ragazzo che abitava a Vienna. La Vienna dove viveva e agiva un certo Guido von List, un erudito austriaco ossessionato dall’esoterismo pangermanico, un monomaniaco affannato a  provare che Vienna era stata la città santa dell’antichità…per farla breve (se ne volete sapere di più studiatevi la storia), le idee di List si diffusero in Germania tramite Alfred Schuler, il cui ambiente era Schwabing, il quartiere degli artisti di Monaco, ove Hitler trascorse gli anni precedenti la Grande Guerra, gli anni terminali della Belle Epoque. Mentre a Parigi si ballava il Can Can e il primo Jazz d’importazione, Hitler prendeva contatto con personaggi e sette di natura occulto-idealista, predicanti strane teorie ed illustranti convulsi presagi, che sconfinavano nel mondo del paranormale e che prevedevano l’avvento di una razza ariana (o ariano-rettiliana) superiore e dominatrice, trascinata da un suo illustre figlio e destinata a decidere i destini del mondo.    Il futuro Reich.
Pittore senza talento, studente senza talento, per giunta pigro (si prende l’unica sbornia d’una vita …“sobria”… quando chiude con gli studi), giovane uomo senza lavoro, precocemente fallito che mangia alla mensa dei poveri, dove trae l’ardire di identificarsi nell’uomo-dio destinato a decidere i destini del mondo se non dall’aiuto e l’illuminato consiglio di qualcun altro? Che lo osserva, lo studia e per certe “qualità” latenti (la naturale, violenta ottusità psicofisica sconfinante nel sadomasochismo propria a certa categoria di seduttori) lo pre-sceglie tra molti più intelligenti, culturalmente preparati. Perché è egli creta molle nelle mani di qualcuno che lo istruisce nelle segrete cose, segnatamente l’eso-satanismo “razionale”. Squilibrato, frustrato, arrabbiato è facilmente plagiabile. Il qualcuno gli insegna a pensare, a parlare, in specie lo istruisce nell'arte della seduzione delle masse. Tant’è la personalità passiva che è Hitler, oscura, perfino sottomessa, problematica nella direzione della potenza sessuale, probabilmente illibata fino a mezzo di sua vita, d'improvviso, dal nulla, erompe al sole della primavera pangermanica, esplode, si solleva carismatica, trascinatrice di folle!
Chi fino a pochi anni prima vive nell'oscurità dei vicoli Viennesi  può tanto, se mancante di una organizzazione alle spalle?
Nessuno! I nessuno sono i prescelti da Dio.
Bernadette, Giovanna d’Arco, Padre Pio, Teresa di Calcutta, i perfetti nessuno della terra.
Per analogia agiscono i nuovi dei, scelgono i perfetti nessuno.
Dio insegna tutto, perché oltre la persona non rubargli il copione?

Da copione, Nessuno ci governa! Non solo perché non eletto dal popolo, ma anche perché non visibile, pertanto non credibile. Il popolo riconosce qualcuno che conosce, sia pure  ignorante mascalzone scellerato, è pur sempre costui un riconoscibile, un eleggibile o rovesciabile. Ma io non riconosco come una mia eletta la signora Fornero. Pur è una eletta, abitante il governo-paradiso da lassù mi governa come un dio. Chi l’abbia eletta e soprattutto perché l’abbia eletta è lo sconosciuto, l’irriconoscibile! A chi risponde del suo operato colui che ha pre-scelto il non esistente governo tecnico? A Nessuno. Chi è eletto da Nessuno è nessuno, un eletto-non eletto destinato a diventare qualcuno in obbedienza alla chiamata di Dio. Come Hitler, come Santa Giovanna d’Arco.
Chi vuole intendere, intenda

 Il Woody Allen di Mezzanotte a Parigi con la sapienza del fuoriclasse, introduce la nostalgia delle quattro epoche trascorse scintillanti gaudenti e incoscienti della storia, immediatamente  precedenti le più terribili catastrofi: l’avant Revolution  quando si danza il Minuetto, la Belle Epoque del Can Can e dei massimi artisti dell’arte figurativa, cui seguirà la prima guerra mondiale. La Parigi folle, intellettuale e guadente del Charleston, dei massimi artisti della penna e del cinema, cui segue la seconda. Infine i giorni nostri.
 Cui segue?
 Il messagio di Woody Allen dimostra che il futuro, sia pure predisposto dal passato per essere prevedibile, è pienamente previdibile solo quando il singolo uomo dimentica di riconoscersi l’appartenente alla Storia, l’avente il diritto di cercarsi in essa. Di cercarla, di farla, di cambiarla.


                                       Scena tratta dal Film, Mezzanotte a Parigi, di Woody Allen


 Riadatto al caso uno tra i suoi celebri aforismi: i coreografi del NWO portano la calzamaglia così aderente che oltre al sesso possiamo riconoscerne la religione
Se possiamo vedere fino nel fondo dei circoncisi di Nessuno, possiamo a nostra volta prevederne le azioni. Se possiamo vederli, non siamo puramente i veduti i controllati i preveduti, siamo anche i vedenti imprevedibili.

E possiamo liberarci di Nessuno tirando un corale, tonante, splendente, scintillante: NO.


Isabella Consoli

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