domenica 1 aprile 2012

Dissertazione sulla fine del mondo


L'ARCHETIPO DELLA PALINGENESI

di Stefano Perni

RiformaMentis: Cassandra è consapevole che la profezia catastrofica non è finalizzata al riconoscimento della bontà della stessa, ma alla riflessione sulle cause che portano ad un inevitabile effetto, affinché l’evento non si ripeta ancora o ci si prepari adeguatamente. La falsa profezia ha invece, in sé, secondi fini o un’umana atavica paura che si manifesta in archetipi. 


S.P: I bambini, stimolati dai maedia, parlano della fine del mondo. In una scuola media, lo scorso anno, i ragazzini in classe sono giunti ad una conclusione riguardo la profezia di fine 2012: hanno dedotto che questa, facendo leva su istinti primordiali, è funzionale al consumismo; il pensiero di giorni difficili induce ad accumulare beni oppure, non avendo una prospettiva di futuro, a spendere ogni avere.

Sonia  P.: Il bisogno di rinnovo totale del mondo, a partire dal mito del diluvio universale  presente in molte culture, nasce dalla consapevolezza che l’uomo ha della sua imperfezione e del dualismo bene – male che contrassegna la sua esistenza. Le azioni che egli compie danneggiando sé stesso, i suoi simili e ciò che lo circonda, si stratificano e si sedimentano nel tempo, divengono ingestibili e difficili da metabolizzare, al punto che l’unica soluzione possibile rimane la palingenesi.
Lisa P.: Ogni tanto mi imbatto nel web e nella programmazione Sky su previsioni, profezie, analisi sulla correttezza delle date e interpretazioni, il tutto con toni da vera fine del mondo e questa cosa mi disturba come genitore: premesso che ovviamente non credo alla fine del mondo, penso comunque che ci siano da fare alcune considerazioni.
1. Se ci dovesse essere una fine del mondo a oggi conosciuto (che può voler dire involuzione tecnologica, guerra mondiale con dissesto ecologico, sconvolgimento radicale dal clima) comunque non si potrebbe prevedere (al massimo evitare in quelli che sono comportamenti umani tipo evitare di distruggerci con un bombardamento) e tante chiacchiere a vanvera non servono a niente.
2. Se non dovesse avvenire niente invece, quanta ansia è stata messa a persone ipersensibili e suggestionabili (e lo chiedo perché già mio figlio, solo a sentirne parlare dai suoi compagni di classe, ha voluto saper tutto sulla fine del mondo) tipo bambini, persone fragili, adepti di sette religiose suicide???
Ma non c'è davvero niente di più importante di cui parlare che le previsione (mal tradotte) dei Maya?


S.P.: Sulla questione che l’annuncio di certi eventi possa essere utilizzato come distrazione di massa, mi limito a dire che determinate notizie (Maya incluse) sono un bel potenziale nelle mani sbagliate, e che la paura è un ottimo veicolo di controllo. Se questo avvenga o meno lo lascio alla sensibilità del lettore.

Parlare di una previsione catastrofica naturale servirebbe solo se vi si potesse porre rimedio... o un tampone. Non mi sembra abbiamo la tecnologia né per l'uno né per l'altro. Sul primo punto dell’intervento di Lisa si pone però la questione su due tipologie di fine del mondo. Quella causata dall'uomo è certamente prevedibile e, solo teoricamente, rimediabile.

 Da tempo denuncio l’involuzione umana a dispetto dell'avanzare tecnologico. La metafora che più mi piace evocare è quella del bambino con la pistola carica in mano: è solo questione di tempo... In sostanza, lo sviluppo della mente umana non è al passo con gli strumenti tecnologici in suo possesso, ergo: ci vorrebbe un’evoluzione che scongiurasse l'involuzione. Ecco dunque rendersi necessaria la riforma della mente.

Visto che non abbiamo la necessaria maturità né le concrete possibilità di rimedio ad un evento quale un immediata catastrofe, sarebbe logico non trattarla affatto, andando mestamente verso il destino previsto dai Maya.
Ma dubito che i Maya si riferissero ad un evento causato dall’essere umano. Ho troppo rispetto di quella cultura per pensare che, la loro, potesse essere una così poco “scientifica” previsione di stampo antropocentrico (sempreché l’abbiano davvero fatta, questa previsione). Semmai potevano avere nozioni riguardanti un cambio di polarità del campo magnetico terrestre (che sembra, a detta di alcuni scienziati, imminente) o di questioni similari (moti millenari). Nel qual caso la causa esula dalla componente umana, e ci sarebbe veramente poco da fare.

 Se non dovesse avvenire nulla, cosa molto probabile nel corso del 2012, gli effetti sono quelli che Lisa descrive e riguardano precipuamente le persone più esposte. Del resto già ai precedenti passaggi di millennio (e non) abbiamo assistito a simile ansie... Sono energie psichiche gettate che, in alcuni casi, possono provocare effetti quali la perdita del controllo. Si tratta di previsioni, queste ultime, che ricorrono nella storia dell’uomo: il suo sentirsi in difetto, la consapevolezza dei suoi limiti, come ben esposto da Sonia, causa il bisogno di redenzione attraverso la distruzione "purificatrice", dalla quale emergono solo pochi eletti. In sostanza, ad essere schietti, sono previsioni dettate dalla pochezza dell’uomo, o, se volete, dalla sua manifesta immaturità. Dunque la stupidità, propriamente chiamata in causa nell'umano esercizio del male (molto spesso fine a se stesso), può ben essere estesa genericamente all'intera umanità rispetto al mancato sviluppo del suo intelletto.

L’imminente fine del mondo predicata, a suo tempo, da Yehoshua ben Yosef  (personaggio storico su cui si è strutturato il "mito" di Gesù) e da altri profeti suoi contemporanei, è stata una questione al centro dei primi emergenti gruppi cristiani. Questa e molte altre profezie, le svariate volte in cui il cinema ha “distrutto” New York ed il mondo in genere, sono solo alcuni degli esempi delle fallaci previsioni e sensi di colpa che manifestano la consapevolezza della precarietà dell’uomo e, al contempo, mettono in evidenza il suo egocentrismo. L’evento è spesso attribuito alla punizione divina e altrettanto spesso accompagnato dal bisogno di una guida al di fuori di lui che lo salvi o lo guidi lontano dai propri limiti.
  
In chiusura, farei una precisazione su cosa si intende per "mondo" quando si annuncia la sua dipartita: il pianeta terra avrà certamente fine per cause naturali, mentre l'essere umano ha buone probabilità di estinguersi prima (noi non siamo il mondo!) e questo, probabilmente, per sua mano. Certamente abbiamo causato l'estinzione di numerosi esseri viventi sul pianeta, e contribuiremo ancora ad eliminarne.  Nell’attesa che venga il suo turno,  il “bambino – uomo” deve temere solo se stesso…

 
Barbara T.: Diciamo la verità, siamo stati ingannati. Siamo come le popolazioni precolombiane che, vedendo arrivare degli stranieri sui vascelli, pensavano fossero gli Dei ritornati dalle alte sfere. Invece erano i conquistadores. Forse è questa la profezia dei Maya. ;-)


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